Teatro

La morte del baritono, sgomento al Teatro del Maggio

La morte del baritono, sgomento al Teatro del Maggio

Sgomento tra i vertici e tra le maestranze del Teatro del Maggio musicale fiorentino per la morte del basso-baritono Ventura. ''Siamo sconvolti per quanto e' accaduto e per le circostanze drammatiche che hanno portato alla scomparsa del maestro Ventura'', ha detto il soprintendente Giorgio Van Straten nell'apprendere la notizia. ''Quando scompare un collega - ha aggiunto - e' sempre un grande dispiacere; in questo caso il dolore e' ancora piu' forte per come sono avvenute le cose". "Nacio, come lo chiamavamo noi, era una persona speciale. Aveva una grande comunicativa, anche se ultimamente era preoccupato per il suo futuro''. Lo ricorda cosi' Claudio Fantoni, sindacalista del Maggio musicale fiorentino e amico di Jose' Ignacio Ventura. Il basso argentino - impiegato anche come baritono nel Coro del Maggio - ''era da noi dal 1996, seppur con stacchi contrattuali dovuti ai problemi relativi ai rinnovi dei permessi di soggiorno. Ma adesso, tra la crisi del teatro e il decreto che di fatto blocca le assunzioni, era davvero molto, molto preoccupato per il proprio futuro. Non ne abbiamo mai parlato, ma puo' darsi che volesse tornare in Argentina''. La', Jose' Ignacio Ventura aveva iniziato a cantare ''e stava facendo carriera da solista - ha detto Fantoni -. Spesso mi raccontava che era venuto in Italia grazie a Cesare Mazzonis, l'allora direttore artistico che l'aveva sentito e aveva deciso di portarlo qui''. ''Lo chiamavamo 'Nacio' - ha detto ancora Fantoni -, e dopo nove anni era davvero diventato uno di noi. Era una persona straordinaria, molto allegra, con una grande comunicativa. Una prerogativa davvero rara, un aspetto eccezionale del carattere''.